Gli ultimi dati di Eurostat e il Women in Digital Scoreboard 2021 divulgato dalla Commissione Europea rivelano che nell’ambito dei settori tecnologici, l’Italia è agli ultimi posti in Europa per parità di genere. Basti pensare che solo il 16% della forza lavoro è rappresentata da donne. E permane anche il gender pay gap: le donne guadagnano il 16% in meno rispetto ai loro colleghi uomini.
Le donne nel digitale
Il primo programmatore nella storia dei computer è stata una donna: nel 1843 Ada Lovelace sviluppò un algoritmo pensato per essere elaborato da una macchina analitica. Eppure il rapporto tra donne e tecnologia ha poi seguito un’altra strada. Oltre 170 anni dopo, il divario di genere è elevato.
Secondo Eurostat, l’Italia è quintultima in Europa per numero di donne impiegate nell’ICT, meglio solo di Polonia (15%), Ungheria (12%), Malta (11%) e Repubblica Ceca (10%).
Sono basse le percentuali anche dei Paesi europei più virtuosi: Bulgaria (28%), Grecia (26%) e Romania (26%).
Il Women in Digital Scoreboard rivela che in Europa solo il 19% degli specialisti che lavorano nell’ICT è rappresentato da donne, appena un terzo dei laureati in discipline STEM (scienze, tecnologia, ingegneria e matematica) sono ragazze.
A parità di mansione, le donne guadagnano in media il 19% in meno rispetto agli uomini. E, secondo un calcolo effettuato da WomenTech, ci vorranno quasi 134 anni per arrivare a una situazione di parità di trattamento economico.
La situazione non è rosea neanche oltreoceano. Stando a una recente indagine di Statista, la percentuale di donne impiegate in ruoli tecnici all’interno delle Big Tech (Facebook, Apple, Google, Microsoft) è compresa tra il 23 e il 25%.
Opportunità di carriera
Considerando la carriera lavorativa e i profili tecnici, solo 52 donne ogni 100 uomini sono promosse a manager (fonte: McKinsey).
Un recente sondaggio della società di ricerca New View Strategies, conferma che per le lavoratrici la principale sfida da affrontare è proprio la mancanza di opportunità di carriera (52%), insieme alla mancanza di role model da seguire (48%).
L’ eurodeputata Evelyn Regner (S&D) a capo della commissione per i diritti delle donne e l’uguaglianza di genere è scesa in campo, affermando che: “Inserire la dimensione di genere in tutte le discussioni, in tutti i temi e in tutti lavori di commissione”.
E’ così che si dà vita a una rivoluzione culturale sul tema della parità di genere.
Stipendi complessivamente inferiori, pensioni più basse e anche rappresentanza limitata ai vertici del potere. In molti, se non tutti, gli aspetti della società le donne, anche in Europa, soffrono di una condizione di disparità rispetto agli uomini, da come vengono trattate, al ruolo che ricoprono allo stipendio di cui dispongono alla fine del mese. Quando si parla di gender gap (divario di genere) uno dei tanti ambiti “emergenti” in cui il divario tra uomo e donna è preoccupante e non scontato è quello del digitale. E’ il cosiddetto gender digital divide che si declina in molte forme connesse tra loro, lo squilibrio nella partecipazione femminile all’economia digitale, il divario salariale e tutta una serie di stereotipi culturali che vedono le donne lontane dai posti di lavoro “digitali”.